venerdì 19 febbraio 2016

Il villino Favaloro-Di Stefano

Il villino Favaloro – Di Stefano, situato in Piazza Virgilio a Palermo, fu costruito tra il 1889 e il 1891, su progetto dell’architetto Giovan Battista Filippo Basile. Fu completato dal figlio Ernesto tra il 1913 e il 1914.

Villino Favaloro prima dell’intervento di Ernesto Basile. 
Appartenne prima alla famiglia Favaloro e in seguito al senatore Giuseppe Di Stefano Napolitani, politico ed avvocato palermitano.
E’ abitualmente considerato il primo esempio di modernismo a Palermo. Infatti Giovan Battista aveva pensato il villino secondo una idea nuova per quei tempi. Sia la planimetria interna , che la facciata, dovevano essere lineari. Sarebbero poi stati completati con delle soluzioni decorative che avrebbero usato linee curve e trafori, le quali avrebbero ornato le aperture e la loggia del primo piano.



Nel giardino si trova il corpo della portineria.


 Nel 1891 fu piantato un ficus limonoides, che oggi ha imponenti dimensioni.




Il villino si estende su due piani, è un rigoroso rettangolo, composto da vani regolari. A partire dal 1903 il figlio di Giovan Battista Basile, Ernesto, si occupò di completare le decorazioni e nel 1914, anche dell’ampliamento del villino stesso, con l’aggiunta di un corpo ad ovest, l’inserimento di una torretta su via Dante e del giardino d’inverno in ferro e vetro con motivi Liberty .

Progetto di ampliamento del villino Favaloro. La tavola di progetto del 1914 indica che al tempo il villino Favaloro apparteneva alla famiglia Di Stefano. Via Lolli è l'antico nome della via Dante.




Carmelo Giarrizzo di occupò di arricchire la facciata con panelli in mosaico e di decorare la sala pompeiana. Salvatore Gregorietti si occupò delle pitture del salone del piano terra, della loggia al primo piano e dei pannelli di mosaico nella torretta.


L’interno ha alcune decorazioni e una elegante e bellissima biblioteca rivestita in legno. Qui puoi trovare un catalogo dei libri che erano presenti nella biblioteca del Sen. Di Stefano.





L’edificio oggi appartiene alla Regione Siciliana, era prima sede del “Centro
regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione”. Dopo il terremoto del 6 settembre del 2002, il villino venne dichiarato inagibile e dunque chiuso. Dopo anni, è stato riaperto al pubblico il 12 settembre del 2015, e fino al 14 novembre dello stesso anno, ha ospitato la mostra d’arte contemporanea “le Stanze di Aragona”. Attualmente si progetta di destinare il sito ad ospitare il Museo della Fotografia “Enzo Sellerio”.

Nessun commento:

Posta un commento