domenica 3 aprile 2016

La scuola elementare


La nostra scuola era stata denominata inizialmente XXVIII Ottobre, la data che ricordava la Marcia su Roma.
Questo ci ha fatto riflettere sull’importanza che il Fascismo dava alla scuola e all’educazione, vista non certo come mezzo per istruire e far crescere cittadini liberi e responsabili, ma come mezzo di propaganda.
Per guardare alcune immagini di libri di testo usati nelle scuole in quel periodo, clicca qui.

L’arredo scolastico
Ogni scuola d’Italia, povera o piccola che fosse, doveva obbedire a quanto veniva imposto da Roma per quanto riguarda l’arredo. La dotazione prevedeva: il crocifisso tra i ritratti del re e del duce, la bandiera (con il calendario dei giorni in cui doveva essere esposta, dalle 8 del mattino al tramonto), una targa di bronzo in onore del Milite Ignoto, il Bollettino della Vittoria (4 novembre 1918).
E poi, con maggiore o minore ricchezza, cartelloni per l’insegnamento, carte geografiche, ritratti di uomini illustri, pallottolieri, lavagne di ardesia con i portagessetti, la cattedra, i banchi, un armadio, illustrazioni varie per la decorazione dell’aula (durante la guerra in Africa orientale c’era la cartina su cui appuntare gli spilli che segnalavano l’avanzata dell’esercito italiano) ed attrezzi per la ginnastica. Quasi ogni scuola era poi collegata alla radio con un altoparlante attraverso il quale era possibile ascoltare i discorsi del duce. Le aule erano stipate di alunni. […]
I banchi erano in genere a due o tre posti, di legno, con in alto sulla destra, il buco per il calamaio di vetro.
(Tratto da Paolucci, Signorini, L'ora di storia, 2010 Zanichelli )



La nostra è stata edificata tra il 1927 e il 1930 su progetto di Vincenzo Nicoletti.
È un tipico esempio dell’edilizia scolastica del primo trentennio del Novecento, con disposizione a corte, decorazioni e tetti a falde.
Ha 15 aule più altre più piccole, tre piani di diversa grandezza, più un seminterrato e un terrazzino. Ha un piccolo cortile interno e confina con il plesso delle case popolari.
Dopo la caduta del Fascismo, è stata dedicata a Giuseppe Pitrè.

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