domenica 10 aprile 2016

Villa Trabia alle Terre Rosse

Notizie storiche


Villa Trabia si trova nel quartiere Libertà di Palermo.L'ingresso principale si apre sulla Piazza Luigi Scalia, un altro ingresso su via Damiani Almeyda ed un altro ancora lo troviamo in via Antonio Salinas.

Nel '700 la villa si trovava ad un miglio circa dalla città murata. La sua storia ha inizio nel 1740; è in quest'anno che il convento di San Francesco di Paola concede al reverendo Nunzio Serio un terreno fuori dalle mura cittadine in un'area che, per il suo particolare colore, era chiamata terre rosse, in una zona denominata Piana dei Colli, compresa tra i Monti Pellegrino, Gallo, Billiemi.

Pensa che, in quest'area, tra il '700 e l'800 furono costruite circa 72 ville. Infatti le antiche e nobili famiglie dell'isola, imitando la moda dei nobili francesi, diedero inizio al fenomeno della villeggiatura.Trascorrevano in questi luoghi circa 6 mesi l'anno: da luglio a novembre. Poi rientravano nei loro palazzi di centro-città.

All'inizio c'era un piccolo casolare di campagna, pochi mandorli e qualche vigna ,ulivi, fichi d'india, agrumi e qualche albero da frutta ma in pochi anni tutto cambiò. Un certo Paolo Spinelli acquistò la proprietà e intraprese una serie di lavori che trasformarono la casena rustica in una vera e propria villa con il giardino antistante.

Poco tempo dopo, Ignazio Gaetani, principe del Cassaro insieme alla moglie Maria Cristina divennero i nuovi proprietari della tenuta, la ampliarono con l'acquisto dei terreni limitrofi, la abbellirono del viale principale, detto Viale della catena chiamato così per via di una catena posta all'ingresso su dei cippi..
Per la ricca vegetazione e per la sua bellezza ,a quel tempo la tenuta era nota come Casina Villa fiorita.

Alla morte di Maria Cristina, la proprietà passò al fratello, Ignazio Lucchesi Palli, principe di Campofranco. Quella dei Lucchesi era una famiglia nobile arrivata in Sicilia dalla Toscana e che vantava origini molto antiche. A quel tempo era un giardino alla francese, cioè costruito in modo simmetrico rispetto al viale centrale. I principi di Campofranco abitarono la villa solo per qualche anno, poi, nel 1814, Giuseppe Lanza Branciforti, principe di Trabia, vinse l'intera proprietà al tavolo da gioco. Proprio dai principi di Trabia la villa prese il nome.

La famiglia Lanza Branciforti di Butera era una delle più potenti famiglie aristocratiche siciliane. Nella stagione invernale abitava in via Butera, 18. Da quel momento, fino al 1960 la villa resterà di proprietà della famiglia dei principi di Trabia.

L'ultima della famiglia, titolata, sarà Giulia Florio Lanza di Branciforti. Giulia ebbe tre figli, che morirono durante la prima guerra mondiale. Dal primogenito Giuseppe, che ebbe due figli da una donna sposata, Giulia ebbe due nipoti: Galvano e Raimondo, ai quali volle dare il suo cognome, adottandoli. L'ultimo dei Lanza, Raimondo fu per un periodo presidente della squadra di calcio del Palermo e corridore automobilistico. Negli anni 1930-40 proprio alle Terre Rosse venivano esposte le auto prima della partenza della Targa Florio.

Dopo il 1960 gli eredi dei principi di Trabia,per motivi economici, tenteranno di lottizzare, cioè suddividere il parco in più lotti, per venderlo, suscitando non poche polemiche.

Per qualche anno la villa venne ceduta al Banco di Sicilia. Nel 1980 il Comune di Palermo acquisterà una parte della tenuta messa all'asta e, nel 1984, anche la villa e il rimanente terreno che, divenuti proprietà dell'amministrazione comunale, saranno destinati al pubblico.

Con il casato dei Trabia, il parco fu arricchito di oleandri e robinie, piante fiorite che davano un tocco di esotismo, perché a quel tempo era di gran moda arricchire il proprio giardino di piante provenienti da tutte le parti del mondo.

Sono proprio il capo giardiniere della principessa Sofia di Trabia, Antonio Clemente e poi Vincenzo Ostinelli, che portano tanti cambiamenti. Circa 2796 specie di piante! Era il periodo dell'Illuminismo, che, dalla Francia e per tutta l'Europa, basava tutto sulla ragione e sulla scienza. Anche i nobili siciliani cercarono di contribuire al progresso della scienza, con il proprio giardino,introducendo nuove piante e raccogliendo dati, secondo il metodo scientifico.

Pensa che, nel 1779, a Palermo, era stata istituita la Cattedra di Storia naturale e Botanica ed impiantato l'Orto Botanico. Ostinelli riuscirà a riportare numerosi premi alle esposizioni locali e nazionali. Aggiungono palme, pini, ornamentali ,querce.La tenuta verrà arricchita da piante rare e belle, statue, cippi con busti,vasi di pietra, sedili con spalliera ad arpa rovesciata, cassoni vetrati per la coltivazione delle piante esotiche.Verranno fatte costruire anche vasche, laghetti, grotte e due serre in ferro e in vetro per la coltivazione delle orchidee.

C'erano in fondo alla tenuta una zona, le pirriere (cioè le cave) che, alla fine dell'800 ospitavano persino lo zoo privato dei principi di Trabia in grotte naturali.

Il giardino, insieme a Villa Tasca, Villa Malfitano, Villa Sophia fu uno dei quattro gioielli del verde privato siciliano e nel 1931 fu citato all'esposizione di Firenze.

Oggi nel parco resta ben poco delle ricche collezioni di piante dei Trabia. Solo il 5%. Possiamo ammirare ficus, araucarie, cipressi, lecci, siliquastri, cedri, pini, robinie, querce, palme.

Per saperne di più sulla botanica di Villa Trabia, clicca qui.

La facciata


A Giuseppe Patricolo, sovrintendente ai monumenti di Sicilia, venne dato l'incarico di rimodernare la Casena. La villa aveva, come la maggior parte dei palazzi di campagna di un tempo, una pianta ad U, costituita da un corpo centrale e due bracci laterali abbelliti da 2 rampe di scale che permettevano l'accesso al piano nobile.
Nel suo progetto di ammodernamento Patricolo pone questo scalone all'interno della villa per dare un senso di eleganza e regalità all'ingresso. L'iscrizione latina "Una volta sotto il cielo, ora all'interno, decorate, le scale si innalzano” si riferisce proprio al fatto che lo scalone era stato trasferito all'interno.
Sopra l'apertura centrale, al primo piano, c'è il grande balcone del piano nobile con lo stemma del casato dei Branciforti, il leone rampante, e la statua di santa Rosalia, da tempo considerata la protettrice della nostra città dopo che, nel 1624, la sua statua era stata portata in processione per le vie della città, per fare cessare la peste.
Sulla facciata e sulle ali laterali sono visibili motivi floreali. Le aperture del piano terra si affacciano su una terrazza rialzata rispetto al giardino, a cui si accede attraverso una gradinata.Le aperture del primo piano si affacciano su vecchi balconi costruiti con ringhiere in ferro battuto a petto d'oca. Le aperture sono completate da cornici. All'interno di ogni cornice si notano nuovamente motivi floreali: uva, rose, melagrane.

L'ingresso principale

Alla villa si accede da tre ingressi.

Quello principale si apre in Piazza Scalia. Il cancello è sostenuto da due piloni in tufo, sormontato da due gruppi scultorei allegorici rappresentanti figure femminili ed animali. Sui piloni si trovano in tutto quattro altorilievi (cioè sculture in cui le figure modellate si staccano dal piano) rappresentanti putti(angioletti) musici, due visibili dall'esterno e altri due dall'interno della villa. In ciascuno dei due piloni si trova una nicchia con un vaso. La cancellata in ferro culmina con lo stemma del casato (il leone rampante) e si apre sul “Viale della catena”, un tempo chiamato così per la presenza di una catena su cippi con sfere metalliche.

La fontana del Glauco


È uno splendido gruppo scultoreo attribuito da alcuni al Marabitti,1719-1797.

L'imponente divinità marina soffiava e lo spruzzo potente doveva essere ben visibile dal maestoso cancello d'ingresso e dalla casena. Il mitico figlio del dio del mare era circondato, in origine, da tre putti e da delfini.

Il mito greco racconta che Glauco, figlio di Poseidone, da comune mortale e semplice pescatore, si trasformò nel dio del mare, con la coda di pesce, dopo aver assaggiato un'erba portentosa sulla quale aveva poggiato i pesci pescati che riprendevano a guizzare anziché morire.


La Conca del Memento 


La Conca del Memento di Villa Trabia è un'area, una conca naturale dove un tempo si trovavano i cassoni di moltiplicazione (gli antichi semenzai) e le vasche per la raccolta delle acque pluviali indispensabili per l'irrigazione del giardino.

Il 29/11/2002 si volle creare a Villa Trabia, in ricordo delle stragi di via D'Amelio e di Capaci la Conca del Memento dedicata ai giudici Falcone , Borsellino e a tutti i martiri che hanno sacrificato le loro vite per la salvaguardia della legalità.

La Mediateca


Sebbene sia nota a tutti come Villa Trabia, il nobile casato non ne è più in possesso. Con i suoi 53400 mq, oggi appartiene a noi cittadini che possiamo godere di questo meraviglioso “polmone verde” e consultare, se lo desideriamo, la biblioteca posta al piano terreno.

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